A Termoli, una rete di associazioni e volontari ha regalato un mese di svago a decine di bambini affetti da disabilità, abbattendo ogni tipo di barriera, fisica e culturale. Come Centro Ortoprotesico abbiamo fornito gli ausili necessari, ma da genitori e cittadini vogliamo testimoniare l’importanza di questo genere di iniziative per uno sviluppo socio-culturale più armonioso.
L’estate rappresenta un momento importante nella crescita di ogni bambino: è il periodo della socializzazione, della vita all’aria aperta, del meritato svago dopo un anno di scuola. Non per tutti però. Non per i bimbi con disabilità. È stata questa riflessione a muovere le tenaci ideatrici di Felicemente Abile, il campus estivo che ha regalato un sorriso a più di 25 bambini con diversi handicap, psichici e fisici.
I bimbi diversamente abili trascorrevano l’estate in casa. Bisognava intervenire
“Di solito – ci spiega Adriana Viotti, di Aspi Molise – i genitori che lavorano ricevono un enorme aiuto dai campus estivi. Ma per questi bambini, per i bambini speciali, non c’era niente di tutto ciò. L’obiettivo del progetto – continua la presidentessa dell’associazione capofila dell’iniziativa – era duplice: far divertire i bambini e alleggerire le famiglie”. Ma attenzione, lo scopo di Felicemente Abile non era fornire una terapia in senso stretto, bensì il gioco “come volano di relazioni e di apprendimenti, esperienze, emozioni nuove, per accompagnare la crescita serena di questi splendidi bambini”.
“Spesso per bambini come questi – conferma Tina De Michele della Consulta per le disabilità – il tempo è scandito tra scuola e terapia, con poco spazio per momenti squisitamente ricreativi”. Eppure sono proprio le occasioni ludiche ad abbattere le barriere e a dare qualità alla vita di un bimbo, anche se portatore di una qualunque disabilità.
I volontari: “L’amore è capace di abbattere ogni ostacolo”
Le difficoltà e i dubbi erano tanti all’inizio, ci confessa Tina: “Ci muovevamo in un terreno inesplorato. Anche a parità di diagnosi, non troverai mai un bambino uguale all’altro. Ma poi – ci rivela con un sorriso quasi accecante – abbiamo realizzato che esiste un canale universale di comunicazione, quello dell’amore, dell’affetto, che arriva a tutti i bambini, anche quelli con i problemi relazionali più complessi”. E proprio quel canale dell’amore e della solidarietà è riuscito a fare da collante tra una decina di associazioni, che si sono attivate per regalare giornate indimenticabili ai tanti bimbi iscritti al campus. Una parte di loro aveva già frequentato la ludoteca Gioca e Crea d’inverno, ma i genitori stentavano ancora ad affidarsi completamente ai volontari, abituati com’erano a “vedersela da soli”. L’appuntamento estivo ha cementato questo rapporto di fiducia, grazie anche ai tanti volontari che si sono resi disponibili per garantire ai bimbi speciali un’assistenza a tutto tondo, come i ragazzi dell’associazione di Pubblica Assistenza L’Arca. Tra i volenterosi, anche un giovane migrante inserito nel progetto Sprar e una ragazza musulmana, con tanto di velo: “l’integrazione – ci raccontano – era piena, palpabile”.
Tante le attività offerte dal campus, ospitato gratuitamente dal Circolo della Vela: i ragazzi della XV East Watersports hanno organizzato gite in barca e lezioni di nodi, gli operatori di Sorridere Sempre Onlus hanno approntato laboratori creativi e psicomotori sulla spiaggia, continuando il lavoro iniziato durante l’inverno in ludoteca. È stato possibile sperimentare anche la TMA (Terapia Multisistemica in Acqua), dove l’elemento acqua funge da “attivatore emozionale” in soggetti con disturbi della comunicazione e delle relazioni, come i bambini autistici.
L’obiettivo: continuare ad abbattere le barriere, architettoniche e culturali
Iniziative di questo tipo hanno bisogno innanzitutto di un forte impegno sul piano culturale. Durante l’anno c’è stato infatti un lungo lavoro di sensibilizzazione nelle scuole primarie, dove le psicologhe volontarie hanno spiegato ai più giovani la “diversità”, attraverso la proiezione del cartoon Cuerdas, che narra una bella storia di amicizia tra una bimba normodotata ed un coetaneo con disabilità gravi.
Dal canto nostro, il Coi (Centro Ortoprotesico Italiano) ha provveduto a fornire le sdraiette JOB (acronimo simpatico che sta per “Jamm O’ Bagn”), degli ausili tanto leggeri da galleggiare e permettere anche ai bimbi con gravi disabilità motorie di fare il bagno insieme agli altri. Ausili che la Consulta per le disabilità consegnerà al Comune di Termoli (che attraverso l’Ambito Territoriale Sociale ha patrocinato l’iniziativa), così che possano essere messi a disposizione di chiunque ne abbia bisogno, attraverso la Banca degli ausili.
Ci sarebbe ancora tanto da raccontare di questo meraviglioso progetto d’integrazione, decollato dopo che la rete di associazioni si è aggiudicata un bando regionale. E tante sono le aspettative dei genitori e dei volontari, che sperano di poter ripetere l’esperienza anche l’anno prossimo, perché “qualsiasi bambino, con qualunque tipo di disabilità, riesce a trovare benefici inimmaginabili dalla brezza marina, dal contatto con l’acqua, dal gioco e dalla socializzazione”. E allora non ci resta che fare un enorme in bocca al lupo agli angeli che hanno allietato con amore quelli che, ci hanno ripetuto più volte, considerano i loro “bambini speciali”.