Si stima che in Italia una persona su 40 sia affetta da scoliosi. Una condizione piuttosto comune, che è bene riconoscere per tempo, per evitare degenerazioni e interventi chirurgici invasivi. Il Centro Ortoprotesico Italiano, da sempre impegnato nella cura delle patologie scoliotiche, si avvale dell’assistenza di uno dei massimi esperti in materia, il dott. Francesco Mac Donald. Specialista in ortopedia e  traumatologia, patologia e chirurgia vertebrale, Mac Donald è membro del comitato scientifico della Fondazione scoliosi Italia e dirigente dell’Istituto Chirurgico Ortopedico Galeazzi di Milano.

Cos’è la scoliosi

La scoliosi è una patologia della colonna vertebrale che si presenta come una deviazione permanente e laterale del rachide e causa alterazioni sia estetiche che funzionali. Può essere definita come una curva che si sviluppa nello spazio, dovuta a un movimento di torsione del rachide tendente a creare un dorso piatto. Generalmente non è dolorosa e può insorgere a qualunque età, anche se le statistiche evidenziano una percentuale variabile dal 2 al 10% di insorgenza nella popolazione giovanile, con una preferenza per il sesso femminile. Si ipotizza che la pubertà, più rapida e precoce per le ragazze, favorisca l’evoluzione della patologia.

Un semplice paramorfismo o atteggiamento scoliotico, non va confuso con la scoliosi strutturata, in quanto è da considerarsi come una postura viziata, che può comportare un’alterazione laterale del rachide ma senza deformità permanente. Può essere corretto attraverso l’esecuzione di esercizi fisici mirati o con l’applicazione di ortesi

Perché viene la scoliosi?

Le scoliosi sono idiopatiche, cioè insorgono senza una causa apparente nel 70-80% dei casi, la rimanente percentuale è rappresentata dalle scoliosi congenite o acquisite, ad esempio a seguito di traumi, artrite, tumori o infezioni. Il 30% dei pazienti con scoliosi idiopatica nell’adolescenza presenta una storia familiare positiva per scoliosi.  

Tipi di scoliosi

I sintomi della scoliosi: come riconoscerla

La scoliosi idiopatica adolescenziale è normalmente asintomatica e questo rende difficile la prevenzione della malattia, in quanto la diagnosi avviene spesso a patologia già avanzata. Nei casi più gravi, in presenza di curve importanti, possono essere avvertiti disturbi occasionali. È fondamentale una sorveglianza periodica per tutti i soggetti a rischio, in modo da identificare prontamente le forme più evolute e da evitare trattamenti invasivi. In età adulta le scoliosi più gravi possono comportare sintomatologia dolorosa.

Fondamentale è la diagnosi precoce, in quanto consente di seguire l’evoluzione della patologia durante le diverse fasi di accrescimento scheletrico, seguendo un programma terapeutico il più efficace e meno invasivo possibile.

L’esame clinico viene effettuato con il paziente in posizione eretta e si valuta l’eventuale asimmetria del livello orizzontale delle spalle e dei fianchi, la presenza di eventuali deformazioni a carico del torace e del bacino, la sede della curva. L’esame è completato con il paziente a tronco flesso in avanti, ginocchia tese e mani giunte per evidenziare la gibbosità della schiena, dovuta alla rotazione delle vertebre e alla deformità delle costole.

La diagnosi può essere considerata definitiva solo a seguito di esame radiografico della colonna. 

Come si cura la scoliosi?

Un trattamento mirato e tempestivo può, con buona probabilità, scongiurare l’aggravarsi del quadro clinico e soprattutto la necessità di intervenire chirurgicamente. Nelle ipotesi di scoliosi evolutiva, il trattamento più indicato è il corsetto ortopedico: all’inizio andrà indossato a tempo pieno, successivamente lo specialista, a seconda del quadro clinico, consiglierà tempi diversi, fino alla rimozione. Al corsetto gessato normalmente segue il trattamento con corsetto amovibile che molto spesso va indossato continuamente, quindi anche di notte, per un periodo dai 18 mesi a più anni.Il busto di Chêneau è un dispositivo ortesico dinamico, che sfrutta la meccanica respiratoria per modulare l’azione delle spinte e creare una mobilizzazione ripetitiva del rachide in detorsione, riequilibrando il precarico della muscolatura del tronco.

Busto per scoliosi: ridurre i fastidi è possibile

I busti, utilizzati per la cura della scoliosi, sono spesso scomodi da indossare, perché non perfettamente adattati al singolo individuo. È per questo che Coi, da sempre attenta alla soddisfazione e al comfort dei propri clienti, ha sviluppato un laboratorio artigianale, grazie al quale è possibile realizzare i migliori ausili a livello di indossabilità ed efficacia del trattamento, seguendo le indicazioni del medico specialista. 

In sintesi, curare la scoliosi è possibile ed è meglio farlo in uno stadio iniziale, per scongiurare la necessità di un intervento chirurgico. A Termoli è possibile ricevere il consulto di uno dei massimi esperti nazionali in materia, il dottor Francesco Mac Donald, prenotando presso il punto vendita Coi di Via Fratelli Brigida 140/D o chiamando lo 0875 589971.

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